Abstract

Le tendenze emergenti nello sviluppo dei biosimilari viste attraverso la rete normativa dell’UE possono migliorare l’accesso dei pazienti

Titolo dell’articolo: The EU regulatory network and emerging trends – a review of quality, safety, and clinical development programmes

Citazione: Zuccarelli M et al. GaBI J 2021;10:83–99

Data di pubblicazione: Marzo 2021

Dal 2005, una valutazione dell’esperienza normativa per i biosimilari nell’UE fornisce spunti interessanti sul panorama in evoluzione per questi medicinali biotecnologici.

Il quadro normativo dell’UE per le richieste di autorizzazione all’immissione in commercio (MAA) dei biosimilari si basa su linee guida, in gran parte emesse dall’EMA, che integrano le direttive legali della Commissione europea. Nel corso di 20 anni, questo quadro normativo ha stimolato un aumento costante del numero di MAA per i biosimilari per il trattamento di condizioni croniche, debilitanti e potenzialmente mortali.

Le linee guida dell’EMA sono “documenti vivi” e vengono successivamente riviste e ripubblicate nel tempo. È emersa una tendenza a porre meno enfasi sugli studi di conferma dell’efficacia clinica e ad accettare maggiormente le prove di similarità fisico-chimica, suggerendo che la conoscenza e l’esperienza accumulate con i biosimilari hanno gradualmente ridotto il rigore nel raccogliere dati ritenuti inutilmente ripetitivi. C’è stato uno spostamento dell’approccio verso prove ottenute da dati non clinici in vivo e uso di marcatori farmacodinamici come endpoint surrogati dell’efficacia clinica. Per prodotti fortemente caratterizzati come i biosimilari di pegfilgrastim, a cui è stata concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio dopo il 2018, non sono stati richiesti studi clinici di fase III. Per questi prodotti, la biosimilarità è stata determinata in volontari sani sulla base dei valori assoluti del conteggio dei neutrofili.

L’estrapolazione delle indicazioni può essere giustificata se il biosimilare dimostra una similitudine PK/PD, immunogenicità e dati di sicurezza comparabili. Alcuni biosimilari hanno un’estrapolazione delle indicazioni limitata, ad esempio, in caso di incertezze sugli effetti benefici. A questi biosimilari può essere concessa l’approvazione soggetta a un monitoraggio aggiuntivo del piano di gestione del rischio durante il ciclo di vita dei prodotti.

EudraVigilance riporta gli eventi avversi associati a un biosimilare durante la fase post marketing e li confronta con quelli osservati nel relativo farmaco biologico originatore prima del lancio del biosimilare. Su 144 eventi segnalati in modo sproporzionato, 18 erano presenti solo prima dell’approvazione, 84 erano presenti prima e dopo l’approvazione, e 42 erano presenti solo nella fase post-approvazione, dei quali 9 erano segnalazioni inaspettate. L’analisi della causalità dei “segnali” considerati abbastanza gravi da giustificare un’ulteriore esplorazione non ha portato a nuovi problemi di sicurezza relativi ai biosimilari.

A seguito dell’esperienza normativa sull’approvazione dei biosimilari, le linee guida sono in fase di aggiornamento. La razionalizzazione dei programmi di sviluppo non ha avuto effetti degni di nota in merito a qualità, sicurezza ed efficacia solide dei nuovi biosimilari approvati. Nel quadro normativo dell’Unione europea, percorsi di approvazione più brevi implicano un accesso più rapido ai medicinali da parte dei pazienti.

Conclusioni determinanti

I documenti del quadro normativo dell’EMA si evolvono continuamente nel tempo, fornendo le procedure più aggiornate per l’approvazione dei biosimilari. Nel corso del tempo, i percorsi di approvazione si sono snelliti, favorendo l’accesso più rapido dei pazienti ai prodotti biosimilari.